In Italia, le bollette dell’elettricità sono le più elevate d’Europa, con un costo del 87% superiore a quello della Francia, il 72% rispetto alla Spagna e il 38% rispetto alla Germania. Questa situazione, che penalizza le imprese e riduce i consumi delle famiglie, è aggravata dalla dipendenza dall’importazione di energia, con l’Italia che ha acquistato nel 2024 52 terawattora, il 17% del fabbisogno nazionale. Un aspetto cruciale è la suddivisione tra costi delle fonti fossili e rinnovabili; molti ritengono che tale scorporo migliorerebbe la competitività delle imprese italiane, ma non è stato ancora attuato.
Gli oneri di sistema, che ammontano al 16% della bolletta, contribuiscono al finanziamento di vari incentivi, mentre il mix energetico italiano, con quasi il 50% dell’energia provvista da gas, rende il mercato vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi. Al contrario, paesi come la Francia e la Spagna beneficiano di un mix energetico più diversificato e meno dipendente dal gas, con prezzi elettrici notevolmente più bassi.
Nel 2022, l’Unione Europea ha iniziato a riformare il mercato elettrico al fine di stabilire un prezzo unico, approvando un nuovo pacchetto legislativo nel 2024 per affrontare la crisi dei prezzi. Bruxelles ha potere di dichiarare una crisi dei prezzi e permettere misure temporanee per contenerne l’aumento. Tuttavia, ulteriori riforme significative rimangono in sospeso.
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