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Le Controversie di Oliviero Toscani: Dalla Lotta contro il Razzismo all’Anorexia nei Suoi Scatti Iconici

In sessant’anni di carriera, Oliviero Toscani ha affrontato i temi più controversi della società, come razzismo, religione, sesso, fame, pena di morte, guerra, anoressia e violenza. Le sue fotografie, utilizzate come strumenti di denuncia, superano qualsiasi slogan per la loro potenza comunicativa. Tra le sue opere più emblematiche ci sono immagini provocatorie come “Bacio tra prete e suora” (1999), “Tre Cuori White/Black/Yellow” (1996) e “No-Anorexia” (2007), quest’ultima con la modella Isabelle Caro, simbolo della lotta contro l’anoressia.

La collaborazione con Benetton, iniziata nel 1982 e conclusasi nel 2000 (ripresa brevemente dal 2018 al 2020), è stata centrale nella sua carriera. Toscani ha creato campagne memorabili per il marchio, tra cui “Angelo-Diavolo” nel 1992, che metteva in contrasto un bambino bianco e uno nero, rappresentando il razzismo. Nello stesso anno, ha portato in pubblicità un omicidio di mafia, causando notevoli polemiche. Nel 1999 ha utilizzato una macchia di sangue come logo per sensibilizzare sul dramma dei rifugiati del Kosovo.

Le sue campagne hanno spesso violato i confini del convenzionale. Nel 1997 ha scioccato il pubblico con immagini contro le stragi del sabato sera e nel 2018 ha utilizzato una foto di migranti risparmiati per una campagna di Benetton, suscitando indignazione politica. Toscani ha anche condiviso ritratti di condannati a morte negli Stati Uniti, ricevendo accuse di falso dallo Stato del Missouri.

Oltre alla moda, Toscani ha affrontato questioni sociali. Per il settimanale Donna Moderna ha realizzato una campagna contro la violenza sulle donne, con un’immagine simbolica di bambini accanto alle parole “carnefice” e “vittima”. Nel 2009 ha firmato una campagna contro il bullismo, sostenuta dalla Provincia di Bolzano, utilizzando simboli espliciti. Ha trattato anche argomenti tabù, come preservativi usati e neonati, generando dibattiti accesi.

Il suo stile anticonvenzionale emerge in aneddoti come quello del 1965, quando ritrasse Carmelo Bene per Vogue, catturandolo in un momento di imperfezione. Questo episodio riassume la sua essenza: un fotografo capace di trasformare l’imperfezione in arte, cercando sempre la bellezza al di fuori degli schemi tradizionali.

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