Il governo israeliano, supportato dagli Stati Uniti, ha intensificato i bombardamenti su Gaza, causando oltre 400 morti, secondo Hasni Abidi, direttore del Centro studi sul mondo arabo e mediterraneo di Ginevra. La forte alleanza tra il premier israeliano Netanyahu e il presidente Trump ha eliminato ogni posizione moderata. Abidi sottolinea che, sebbene entrambe le parti avessero rispettato la prima fase dell’accordo, Netanyahu ha rifiutato di passare alla fase successiva, sabotando il processo e violando i termini stabiliti. Hamas ha chiesto il rispetto dell’accordo, ma Netanyahu ha preferito mantenere il suo potere piuttosto che ottenere un cessate il fuoco duraturo.
Attualmente, ci si chiede se sia possibile riprendere i negoziati, ora che la guerra è riesplosa. Secondo Abidi, l’accordo firmato il 19 gennaio esiste ancora e solo un miracolo potrebbe salvarlo. Gli Stati Uniti sono visti come l’unico attore in grado di facilitare il dialogo e proteggere gli ostaggi. Abidi osserva che i Paesi arabi, in particolare l’Arabia Saudita, hanno un’influenza limitata ma potrebbero condizionare la normalizzazione con Israele in base alla situazione a Gaza.
Parallelamente, Netanyahu ha dichiarato che “Israele agirà con sempre maggiore forza contro Hamas” e che i negoziati avverranno sotto azione militare. D’altro canto, il portavoce di Hamas ha affermato che l’organizzazione non ha respinto le proposte americane e vuole continuare a negoziare per fermare l’aggressione e alleviare l’assedio. La situazione rimane critica e complessa, con prospettive incerte per il futuro del conflitto.
