Il Parlamento europeo ha approvato la proposta della Commissione di modificare lo status di protezione del lupo, passando da “strettamente protetto” a “protetto”. Questa decisione ha sollevato diverse reazioni, inclusa una netta divisione tra i politici di Lecco. Pietro Fiocchi, eurodeputato di Fratelli d’Italia/ECR e vicepresidente della commissione ENVI, ha dichiarato che il cambiamento di status non metterà a rischio la specie. Al contrario, Michela Vittoria Brambilla, onorevole e presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente, ha criticato fortemente il voto, esprimendo preoccupazione per le possibili implicazioni negative per la fauna selvatica e l’equilibrio ecologico.
La modifica dello status giuridico del lupo è vista come un passo verso un maggiore equilibrio tra la tutela della specie e le esigenze delle comunità locali, specialmente in aree dove il lupo può essere percepito come una minaccia per l’agricoltura e l’allevamento. Tuttavia, i sostenitori della protezione degli animali avvertono che un abbassamento dello status potrebbe portare a un aumento dei casi di bracconaggio e a una maggiore vulnerabilità per gli esemplari di lupo.
La questione polarizza non solo i politici ma anche l’opinione pubblica, suscitando dibattiti su come conciliare la conservazione della biodiversità con le necessità economiche e sociali. Il tema della protezione del lupo è diventato così un argomento centrale nel discorso ecologico europeo, facendo emergere la necessità di trovare soluzioni condivise che rispettino l’ambiente e le comunità umane.