La discussione politica odierna non dovrebbe concentrarsi sulle secche di Ventotene, ma piuttosto sulla posizione dell’Italia in Europa riguardo ai temi di riarmo o disarmo. Giorgia Meloni potrebbe contestualizzare il Manifesto di Ventotene, considerando che l’unica alternativa al nazifascismo, allora in Italia, era lo stalinismo. Negli attuali regimi, come quello di Putin, il controllo sui cittadini è totale. È necessario riportare l’attenzione sull’attualità, dove la posizione del Partito Democratico sull’Ucraina risulta paradossalmente più vicina a quella di Putin e Trump che non a Bruxelles. L’idea di un esercito europeo appare irrealizzabile a causa della burocrazia e della complessità politica.
Molti anziani, parlando di politica, esprimono nostalgie per il passato comunista, pur non sostenendo radicalmente l’abolizione della proprietà privata. Inoltre, il comunismo storico si fondava sull’abolizione delle classi, tranne una: l’apparato del Partito. Sotto i totalitarismi nazifascisti e comunisti, gli eletti si considerano un’Avanguardia, anche se la realtà è che la democrazia è spesso controllata da oligarchie.
Eugenio Scalfari ha parlato di oligarchia come forma di democrazia, evidenziando contraddizioni storiche. Tuttavia, Zagrebelsky sostiene che l’oligarchia è nemica della democrazia e può essere rappresentata da lobby e gruppi di interesse. In Italia, queste lobby sono stigmatizzate. La democrazia richiede conflitto; quando questo cessa di esistere, emergono oligarchie. Il dibattito pubblico riflette il conflitto destra-sinistra, dove il Pd si percepisce come il bene, ma resta incagliato in una guerra tra posizioni politiche.