Dopo oltre cinque anni di ricerca negli archivi di Roma e Bari, Giovanni Capurso e Vincenzo Catalano hanno rivelato una parte dimenticata della storia: l’emigrazione politica in Terra di Bari durante il fascismo. Hanno analizzato lo Schedario Politico Provinciale della Questura di Bari, identificando 4.647 individui etichettati come “sovversivi”, di cui 389 coratini. Almeno 269 di questi furono costretti a emigrare, principalmente verso Francia, Stati Uniti e Sud America, per sfuggire alla repressione e alla miseria.
Le lettere censurate dagli esiliati, custodite negli archivi, mettono in luce le loro voci. Cataldo Curatella, scrivendo da New York, critica l’ipocrisia religiosa e il ruolo del clero sotto il fascismo, esprimendo indignazione per la situazione del paese. Savino Martinelli descrive la desolazione e la miseria del lavoro, mentre Giuseppe Spillone, da Francia, analizza la crescente minaccia di guerra, evidenziando la pericolosa situazione internazionale.
Queste missive non solo raccontano l’esilio, ma rivelano anche il peso delle ideologie, la nostalgia per la patria e la premonizione di catastrofi imminenti. Scritti da uomini comuni, spesso umili, mostrano un’incredibile consapevolezza storica. Capurso e Catalano hanno anche trovato lettere censurate e testimonianze visive che documentano questa emigrazione, un patrimonio culturale che chiede riconoscimento.
Il loro lavoro non solo recupera documenti storici preziosi, ma ridà voce a una memoria collettiva a lungo silenziata, riaffermando l’importanza della libertà, giustizia e verità storica.