A «Spazio aperto» si risponde alle lettere dalle prigioni, offrendo supporto ai prigionieri politici russi. Ivan Safronov, ex giornalista, scrive dalla colonia penale IK-17 di Krasnoyarsk, esprimendo la sua determinazione a rimanere se stesso nonostante la condanna a 22 anni per spionaggio, accusa che nega. La lettera riporta un messaggio di speranza, anche se il contesto è estremamente difficile. L’organizzazione «Otkrytoe prostranstvo», nota per le sue pratiche di sostegno ai detenuti, affitta uno spazio per scrivere e ricevere lettere dai prigionieri, consolidando una forma di opposizione delicata ma necessaria.
Le lettere inviate dai prigionieri, come quella di Fiodor Vladimirovich e altri, riflettono una profonda tristezza per la situazione attuale, descrivendo il fratricidio come un grande peccato che infiacchisce i sentimenti umani. Nonostante non si tratti di un gruppo clandestino, l’organizzazione opera in un clima repleto di restrizioni. Con l’aumento degli arresti dovuti a leggi che vietano il dissenso, i volontari si sono mobilitati per mantenere una connessione vitale con i detenuti, inviando messaggi di supporto e leggendo le loro risposte.
Contributi di volontari, come Dmitry Talanov e Roman Bondarev, rivelano il valore della solidarietà in carcere. «Spazio aperto» è supportato da organizzazioni legali, compreso il partito Yabloko, e da ex membri di giornali costretti all’esilio. Dmitry Muratov, premio Nobel, sottolinea l’importanza delle lettere, che rappresentano un legame umano cruciale tra chi è in carcere e chi è fuori, ricordando ai prigionieri la loro umanità.