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mercoledì, 30 Aprile, 2025
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L’ex br Azzolini e la verità dopo 50 anni: ‘Ero alla cascina Spiotta, provo dolore per quelle vittime’

L’82enne Lauro Azzolini ha ammesso il suo ruolo nella sparatoria alla cascina Spiotta, avvenuta nel 1975, durante la quale furono uccisi l’appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso e la fondatrice delle Brigate Rosse, Margherita “Mara” Cagol. Azzolini, già condannato per reati legati al terrorismo, ha deciso di parlare in aula, sottolineando il peso emotivo dell’evento. La sparatoria è avvenuta dopo il rapimento dell’industriale Vallarino Gancia, quando i brigatisti tentavano di fuggire dopo un incontro con la polizia. Durante la sparatoria, D’Alfonso venne colpito mortalmente e il tenente Umberto Rocca subì gravi ferite.

Azzolini ha descritto i momenti di panico che seguirono l’arrivo della polizia, ricordando come dovettero improvvisare una fuga, lanciando bombe e infine tentando la fuga a piedi. Ha espresso il dolore per la morte di D’Alfonso e Cagol, affermando che questo evento ha segnato profondamente la sua vita e la sua coscienza politica. Egli rimane l’unico testimone del conflitto e la sua ricostruzione è stata decisiva per rimettere in discussione la sentenza del 1987, che lo aveva prosciolto.

Attualmente, Azzolini è accusato di omicidio e ferimento, insieme a altri membri delle Brigate Rosse, ma la sua testimonianza sembra scagionarli. Nonostante ciò, i pubblici ministeri e gli avvocati di parte civile affermano che permangono delle zone d’ombra necessitando di ulteriori indagini.

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