Il presidente colombiano Gustavo Petro ha recentemente affrontato la questione del narcotraffico, facendo dichiarazioni controverse in merito alla cocaina, definendola “fa male quanto il whisky”. Durante una riunione di governo trasmessa in diretta, Petro ha proposto la legalizzazione della cocaina a livello mondiale come possibile soluzione per combattere il narcotraffico, affermando che l’illegalità di questa sostanza è legata a fattori geopolitici piuttosto che alla sua pericolosità. Ha insistito che la cocaina è considerata illegale solo perché viene prodotta in America Latina, non in virtù dei suoi effetti.
Petro ha anche citato il fentanyl, sottolineando come sostanze simili non subiscano le stesse restrizioni, aprendo un collegamento tra i problemi del narcotraffico e complessità geopolitiche più ampie. Ha suggerito che le sue affermazioni risultano supportate da studi che dimostrerebbero che la cocaina è meno dannosa del whisky. Tuttavia, il discorso di Petro sembra rimanere nel regno del sensazionalismo politico, piuttosto che basarsi su dati concreti.
Nel contesto della Colombia, un paese con un alto tasso di coltivazione di foglie di coca – oltre 253.000 ettari nel 2023 secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine – le sue dichiarazioni risultano particolarmente controverse. La lunga e complessa storia del narcotraffico in Colombia ha avuto conseguenze profonde e durature, rendendo le proposte di Petro piuttosto discutibili e inappropriate, considerando l’impatto devastante che la cocaina ha avuto nel Paese e nel mondo.