Le autorità italiane hanno arrestato a Torino Osama al-Masri, capo della polizia giudiziaria libica, accusato di gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra. L’operazione è stata eseguita su mandato della Corte Penale Internazionale e su segnalazione di Interpol, ma non è chiaro cosa stesse facendo al-Masri in Italia. È una figura centrale in un sistema di repressione che gestisce i centri di detenzione in Libia, dove i diritti fondamentali vengono sistematicamente violati. Al-Masri è ritenuto responsabile delle atrocità nella prigione di Mitiga, a Tripoli, nota per ospitare detenuti politici, presunti terroristi e migranti intercettati in mare. Numerosi migranti che hanno raggiunto l’Italia hanno riferito di torture estreme subite, e vari rapporti delle Nazioni Unite hanno confermato abusi sessuali, pestaggi e privazioni inumane in queste strutture. L’associazione Mediterranea Saving Humans ha sottolineato che questo arresto è avvenuto dopo anni di denunce e testimonianze delle vittime inviate alla Corte Penale Internazionale. Esse rappresentano la prova del sostegno economico a lungo termine a questo sistema libico, che ha ricevuto milioni di euro nel corso degli anni. L’associazione ha concluso chiedendo chi, in definitiva, ha finanziato al-Masri per torturare, detenere e uccidere donne, uomini e bambini.