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venerdì, 18 Aprile, 2025
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L’inflazione e la salute: come il risparmio alimentare compromette la dieta

Negli ultimi due anni, l’aumento dei prezzi dei beni alimentari ha complicato le scelte d’acquisto degli italiani, rischiando di compromettere una dieta equilibrata. Secondo Eurostat, i rincari nel 2023 hanno colpito duramente i prezzi di alimenti essenziali. L’olio d’oliva ha visto un incremento del 50%, le uova del 37%, e la frutta e verdura rispettivamente del 9,4% e 20,2%. Prodotti come latte e derivati hanno registrato aumenti vicini al 30%, mentre anche il pesce fresco e la carne hanno visto un rincaro del 10-15%. L’ISTAT ha segnalato un aumento medio dei prezzi al consumo del 5,7%.

Un nuovo studio pubblicato su The Lancet ha esaminato sistematicamente la correlazione tra inflazione e salute, evidenziando che l’aumento dei prezzi influisce negativamente sulla qualità dell’alimentazione. Le famiglie economically svantaggiate rischiano di sostituire cibi essenziali con prodotti ultra-processati, spesso carenti di nutrienti e ricchi di zuccheri e sodio. Le sostituzioni includono succhi di frutta zuccherati, zuppe pronte ricche di sodio e snack industriali.

Questi cambiamenti alimentari possono avere effetti diretti sulla salute pubblica. L’aumento del consumo di alimenti ultra-processati è associato a un incremento dei tassi di obesità, diabete di tipo 2, e malattie cardiovascolari. Studi hanno dimostrato che una dieta povera di nutrienti essenziali aumenta significativamente i rischi di malattie croniche. È evidente che l’inflazione sta influenzando non solo il potere d’acquisto, ma anche la salute a lungo termine della popolazione.

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