L’Italia si prepara a un ritorno al nucleare, come annunciato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza, Gilberto Pichetto Fratin, durante un evento a Atreju. La notizia, storicamente significativa per il Paese, è stata accolta con un iniziale scetticismo, tanto che Pichetto Fratin ha dovuto sottolineare che si tratta di “un dovere verso le nuove generazioni”. Ha inoltre affermato che presenterà una legge quadro al Consiglio dei Ministri nel 2025 per normare il processo di reintroduzione dell’energia nucleare, includendo misure per la certificazione delle centrali.
Il contesto italiano attuale è notevolmente diverso rispetto a quello del 1987, anno in cui, con un referendum, il 80,57% degli italiani si espresse contro il nucleare dopo l’incidente di Chernobyl. Allora, il clima di paura prevaleva, sostenuto dai partiti come la DC e il PSI. Le centrali nucleari attive furono chiuse in una fase di forte opposizione. Oggi, tuttavia, gli argomenti contro il nucleare si sono trasformati. Il focus si è spostato principalmente sui costi, con una crescente percezione che le energie rinnovabili come il solare e l’eolico siano più economiche.
In questo nuovo scenario, l’energia atomica è vista come una delle fonti energetiche più sicure, comparabile alle rinnovabili. Anche in altri Paesi, si sta ripensando l’opposizione al nucleare: in California, noto per il suo ambientalismo, e in Giappone, dove la memoria delle catastrofi di Hiroshima e Nagasaki ha radicato una forte resistenza, si sta tornando a considerare il nucleare. In Germania, nonostante le divisioni politiche, due centrali nucleari restano operative, evidenziando che le centrali a carbone riattivate hanno un impatto ambientale significativo mentre quelle nucleari generano “zero emissioni”.
Il dibattito attuale sul nucleare si interseca con la crisi energetica causata dalla scarsità di gas russo, invitando a una riflessione sulle certezze precedentemente adottate. È emerso, infine, un principio fondamentale: la opposizione al nucleare è spesso considerata più una questione ideologica che scientifica, dato che non esistono fonti di energia completamente pulite, ma il progresso tecnologico promette impianti nucleari sempre più sicuri.
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