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venerdì, 14 Febbraio, 2025
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L’Italia: un paese che perde i giovani – 750 mila in meno negli ultimi 10 anni

Negli ultimi dieci anni, la popolazione giovanile in Italia, ossia quella compresa tra i 15 e i 34 anni, è diminuita di quasi 750mila unità, rappresentando un calo del -5,8%. Nel 2014, erano più di 12,8 milioni, mentre nel 2024 si prevede di scendere sotto i 12,1 milioni. Questa contrazione ha colpito in particolare il Mezzogiorno, con un allarmante -14,7%, e alcune province, come Sud Sardegna e Isernia, hanno registrato riduzioni superiori al 21%. Al contrario, al Nord si è assistito a un incremento della popolazione giovanile. Tuttavia, il futuro rimane preoccupante, poiché la denatalità avrà effetti negativi su tutto il Paese. In Europa, l’Italia presenta una crisi demografica più grave, con la Spagna che ha avuto un calo del 2,8% e paesi come Francia e Germania che hanno visto crescita.

Inoltre, l’Italia presenta indicatori negativi come il basso tasso di occupazione e il livello di istruzione tra i più bassi d’Europa, con un alto abbandono scolastico, specialmente nel Sud. Queste difficoltà creano disallineamenti tra domanda e offerta di lavoro, richiedendo investimenti urgenti in formazione.

L’immigrazione potrebbe temporaneamente attenuare il declino demografico, ma è importante che i nuovi arrivati siano adeguatamente preparati, comprendendo l’italiano e possedendo competenze professionali richieste. I dati storici mostrano che, nel 1943, l’Italia registrava più nascite (882.105) rispetto ai giorni nostri (380mila), evidenziando che la denatalità non può essere attribuita solo alla carenza di servizi. Infine, quasi il 98% della diminuzione della popolazione giovanile proviene dal Sud, mentre alcune province del Nord hanno visto un incremento.

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