Dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno dispiegato forze militari in Europa non tanto per difendere i valori europei, quanto per contenere l’Unione Sovietica e mantenere il loro ruolo di superpotenza. Questo dispiegamento ha garantito una protezione agli stati europei, ma ha anche imposto controlli sulla loro politica. Le basi americane e l’ombrello nucleare sono rimasti in Europa anche dopo la caduta dell’Unione Sovietica, poiché Washington desidera mantenere il suo dominio globale. Donald Trump ha richiesto agli europei di contribuire economicamente alla difesa, mentre l’Europa, guidata da una classe dirigente mediocre, accetta di pagare, anche se abdicando a valori fondamentali come il diritto d’asilo.
In questo contesto, il presidente Macron si propone come difensore della grandeur militare europea, mentre Olaf Scholz preferisce la protezione della NATO. La domanda su perché la Russia dovrebbe invadere l’Europa rimane senza risposta razionale. La governance di Bruxelles giustifica il riarmo europeo come una risposta necessaria a un mondo brutale, nonostante le implicazioni nazionaliste e autoritarie in crescita. La Francia, con la sua storica avversione al riarmo tedesco, affronta la minaccia rappresentata da partiti di destra come l’Afd.
L’unico vero pericolo è l’Ucraina, che ha bisogno di un sostegno massiccio per fermare l’avanzata russa, ma senza illusioni di vittoria. La confusione regna nelle relazioni internazionali, con Washington che tratta senza considerare l’Europa o l’Ucraina. Il destino dell’Europa non dipende da questi eventi, ma dalla giustizia per il popolo ucraino e dal ripristino della loro autodeterminazione democratica.