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venerdì, 25 Aprile, 2025
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Ma in Lombardia l’assistenza sanitaria è ancora un diritto?

Mark Carney, nuovo premier canadese, ha ribadito che l’assistenza sanitaria in Canada è un diritto, contrariamente agli Stati Uniti dove è un grande business. Questa affermazione riporta alla mente una storia di disorganizzazione nel sistema sanitario lombardo, evidenziando un caso emblematico di una signora di 90 anni con difficoltà motorie. La sua necessità di fisioterapia si scontra con un sistema inefficiente: deve essere visitata da un fisiatra per ottenere l’accompagnamento, ma le attese per le visite possono allungarsi a mesi. La figura del fisiatra non rilascia una relazione immediata, creando ulteriori ostacoli burocratici.

Il medico di famiglia deve elaborare un’impegnativa, ma ci sono complicazioni: mancano fisiatri disponibili per prestazioni a domicilio, e l’impegnativa deve essere rifatta. Nonostante il bisogno acclarato di fisioterapia, la burocrazia richiede certificati specifici. Le opzioni per la signora diventano sempre più costose, con prestazioni private che vanno dai 130 euro per una visita in ospedale ai 200 euro per un trattamento a domicilio. Inoltre, è necessaria una spesa extra per fisioterapia privata, precisamente 50 euro a seduta.

Il presidente Attilio Fontana ha sminuito le classifiche del Ministero della Salute riguardanti la sanità lombarda, ma la realtà delle inefficienze rimane difficile da ignorare. Le parole di Carney evocano domande sul futuro dell’assistenza sanitaria in Lombardia: è ancora un diritto o sta diventando un onere insostenibile?

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