La sanità pubblica è un tema centrale per il Governo e le Regioni, rappresentando una voce essenziale nei bilanci regionali e nei trasferimenti dal governo centrale. La questione si lega all’autonomia differenziata, con il rischio di aumentare i divari tra le sanità del nord e del centro-sud. Un altro problema ricorrente riguarda le liste d’attesa, che se non risolte porteranno a un maggiore investimento nella sanità privata. Inoltre, la carenza di medici e specialisti nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) sta creando preoccupazione.
Al vertice di maggioranza tenutosi a Palazzo Chigi con il Ministro della Salute Orazio Schillaci e altri leader politici, si è discusso di vari aspetti della sanità, dalle liste d’attesa alla necessità di un SSN più efficiente e giusto. La Fondazione Gimbe ha reso noti i dati sulla mobilità sanitaria interregionale nel 2022, che ha raggiunto un record di 5,04 miliardi di euro, evidenziando un incremento del 18,6% rispetto all’anno precedente. Questa mobilità ha mostrato un crescente squilibrio tra Nord e Sud, con pazienti e risorse che si spostano prevalentemente verso Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe ha sottolineato che questo fenomeno è diventato una necessità piuttosto che una scelta libera, dovuta alle disuguaglianze nell’offerta di servizi. Le Regioni del Nord attraggono la maggior parte delle risorse, mentre Abruzzo, Calabria, Campania, Sicilia, Lazio e Puglia subiscono un saldo passivo significativo. Cartabellotta avverte che la recente legge sull’autonomia differenziata rischia di consolidare queste disuguaglianze, trasformando il diritto alla salute in un privilegio.