Le malattie cardiovascolari rimangono la principale causa di morte in Italia, con significative disparità regionali. Negli ultimi quarant’anni, la mortalità è diminuita del 70%, ma il divario tra Nord e Sud si è ampliato, evidenziando un maggiore numero di ricoveri e decessi nel Meridione. Le malattie del sistema circolatorio, ischemiche e cerebrovascolari, continuano a rappresentare una perdita di anni di vita pari al 20% negli uomini e al 16% nelle donne, con i tassi più elevati nel Sud e nelle Isole.
Il secondo rapporto dell’Istituto superiore di sanità evidenzia che le variazioni regionali sono influenzate da fattori di rischio, modelli assistenziali disomogenei e risorse disponibili. Il presidente dell’Iss, Rocco Bellantone, sottolinea l’importanza di sviluppare strategie per affrontare queste disuguaglianze nell’accesso all’assistenza sanitaria.
Stili di vita poco salutari emergono come una causa chiave, con dati statici dal 2008 a oggi. A livello nazionale, la sedentarietà è aumentata dal 23% al 28%, e il 43% della popolazione è in eccesso ponderale. Tali fattori si sommano alle difficoltà sociali ed economiche.
Negli ultimi 40 anni, il tasso di mortalità per malattie circolatorie è sceso drasticamente, ma rimane più elevato nel Sud. Inoltre, il tasso di ricoveri per infarto è diminuito, ma le regioni meridionali mostrano ancora i valori più alti. La Valle d’Aosta e la Calabria detengono record negativi per ricoveri.
Infine, l’analisi della mobilità regionale per interventi cardiovascolari mostra che nel Nord ci sono livelli stabili, mentre nel Sud il numero di pazienti che viaggiano per cure è in aumento.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.ilsole24ore.com