Mario Diacono era uno scrittore, poeta verbovisuale e critico d’arte. Nato a Roma, si laureò in Lettere con Giuseppe Ungaretti, di cui divenne segretario, e presentò una tesi sul futurismo incentrata sull’analisi delle riviste La Voce e Lacerba.
Il suo interesse per la cultura d’avanguardia si indirizzò sulla poesia e sull’arte, collaborando con riviste come Ana Eccetera, che si concentrava sulla poesia verbo-visiva. Frequentò la galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, dove apprezzò le opere di Achille Perilli e Cy Twombly, e conobbe Piero Dorazio, Toti Scialoja e Jannis Kounellis.
Si trasferì a Milano e poi negli Stati Uniti per insegnare Letteratura italiana all’Università di Berkeley. Lavorò al riordino del materiale per la pubblicazione della raccolta Vita d’un uomo. Saggi e Interventi di Ungaretti e diresse la rivista Tau/ma con Claudio Parmiggiani.
In questo periodo, inventò e autoprodusse numerose riviste, edizioni e pubblicazioni, tra cui Ever liver deliver liber, Slanguage e Tao/Ding/Tung. Nel 1976, grazie all’incontro con Achille Maramotti, tornò in Italia e aprì una galleria a Bologna con Ferruccio Fata, poi si mise in proprio nel 1978 con il sostegno finanziario di Maramotti.
In galleria, espose le opere di Kounellis, Parmiggiani, Calzolari, Ontani, Acconci, Merz e, un anno più tardi, si spostò a Roma, dove la galleria fu attiva fino al 1984, esponendo artisti come Jean-Michel Basquiat, David Salle, Eric Fischl, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Ellen Gallagher.
Il trasferimento in America non segnò la fine dell’attività di gallerista, che oggi è ereditata dalla Mario Diacono Gallery a Boston. Nel 2021, il MACRO di Luca Lo Pinto dedicò la prima mostra personale a Mario Diacono, intitolata Diaconia. La scrittura e l’arte, per raccontare come la sua personalità multiforme abbia contribuito alla creazione di linguaggi innovativi ed esperienze culturali che hanno inciso in maniera decisiva sulla percezione dei processi interni alle nuove ricerche sul contemporaneo.

