Lunedì 16 giugno si svolgerà l’assemblea dei soci di Mediobanca, chiamata a discutere del progetto di integrazione con Banca Generali, in risposta all’offerta di pubblico scambio lanciata da Monte dei Paschi per le azioni dell’istituto milanese. Questa operazione è emblematiche dei cambiamenti nel settore bancario italiano, che negli ultimi anni ha visto una gestione del risparmio a costi più elevati rispetto ad altri paesi europei.
Il settore sta vivendo un periodo caratterizzato da fusioni e acquisizioni che, pur creando valore per gli azionisti e i manager, raramente apportano vantaggi per i clienti e i risparmiatori. Inoltre, la presenza del governo come azionista di Monte dei Paschi e l’uso del golden power hanno suscitato poche critiche nei settori bancario e imprenditoriale.
Mediobanca, accusata di inattività sulla sua partecipazione in Generali, si trova ora a fronteggiare giudizi da parte degli azionisti riguardo all’integrazione. Tra questi, alcuni fondi pensione come l’Enpam e l’Enasarco, sono inclini a votare contro la proposta. Questi fondi, che hanno recentemente incrementato i propri investimenti, sembrano opporsi alle raccomandazioni dei proxy advisors, che suggeriscono di sostenere l’offerta di Mediobanca.
La votazione rappresenta un bivio: si tratta di una scelta a favore della salvaguardia del patrimonio dei loro iscritti o di un allineamento agli interessi politici? La risposta a questa domanda potrebbe influenzare significativamente i mercati, soprattutto se le quotazioni dovessero scendere nel caso di un voto contrario.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.corriere.it