Giorgia Meloni ha relazionato al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo, presentando sei risoluzioni. Tra queste, solo quella sostenuta dalla maggioranza sarà votata, mentre le altre, presentate da Pd, M5S, Italia Viva, Avs e Azione, hanno ricevuto il parere contrario del governo. Meloni ha affermato che il rafforzamento della difesa non implica solo l’acquisto di armi e ha escluso l’ipotesi di un esercito europeo, affermando che “non è all’ordine del giorno”. Ha espresso la necessità di costruire un solido pilastro europeo della NATO, mettendo in sicurezza l’Italia.
Alcuni esponenti dell’opposizione, come Nicola Fratoianni di Avs, hanno critico Meloni, paragonandola a un membro del governo Trump e denunciando la corsa al riarmo. Carlo Calenda di Azione ha avvertito che l’Italia si trova a un bivio in relazione alla difesa e alla collaborazione con l’Europa. Il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, ha espresso parere favorevole alla risoluzione della maggioranza, mentre altri politici hanno sottolineato l’importanza di un approccio unitario e di una difesa comune.
Meloni ha chiarito che non vi saranno manovre correttive e che la spesa per la difesa non deve distogliere fondi di coesione. Ha ribadito che non è realizzabile una sicurezza duratura senza una collaborazione con gli Stati Uniti. La premier ha insistito sull’idea che rafforzare la difesa implica un approccio globale e pragmatico, non limitato a una mera acquisizione di strumenti bellici. Infine, ha sottolineato che il sostegno all’Ucraina è fondamentale e che l’Italia non intende inviare truppe in Ucraina.
