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mercoledì – 16 Luglio 2025

Meloni e la Fiducia: Il Parlamento Ridotto a Formalità

Dal 2022 ad oggi, Giorgia Meloni ha chiesto al Parlamento 91 voti di fiducia, superando i precedenti governi negli ultimi vent’anni. Il ricorso a questo strumento si è trasformato in prassi ordinaria, con Meloni che presenta in media 2,85 questioni di fiducia al mese. Dal 2022, il 37% delle leggi approvate sono conversioni di decreti legge, la percentuale più alta dal 1996, evidenziando una tendenza a bypassare il dibattito parlamentare. In questa legislatura, 38 decreti legge hanno ottenuto doppio voto di fiducia. L’uso di decreti legge, previsto per situazioni di urgenza, è diventato un modo per evitare discussioni pubbliche.

Questo approccio ha anche effetti politici: il tempo di discussione è ridotto e le voci discordanti vengono spente, rendendo il processo legislativo opaco e indebolendo il controllo dell’opinione pubblica. Anche le leggi ordinarie si concentrano su temi meno controversi, mentre le decisioni politiche importanti passano attraverso il governo piuttosto che il Parlamento.

La diminuzione del ruolo del Parlamento è parte di una strategia di concentrazione del potere del governo Meloni, che attacca organi di vigilanza come i magistrati e i giornalisti. Queste istituzioni, fondamentali per la democrazia, vengono percepite come ostacoli da indebolire. Il potere esecutivo sembra aver imparato a controllare il dissenso utilizzando strumenti legali, chiudendo il Parlamento e zittendo i controllori, sebbene ciò non si possa considerare democratico.

Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.lanotiziagiornale.it

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