Durante un dibattito alla Camera sul Consiglio europeo, Giorgia Meloni ha letto un passaggio del Manifesto di Ventotene, suscitando un forte scontro politico. Fino a quel momento, il dibattito si era svolto senza particolari tensioni, ma l’attacco della premier al Manifesto, considerato un documento fondante dell’Unione Europea, ha scatenato l’ira dell’opposizione. Meloni ha criticato alcuni passaggi del testo, definendoli “spaventosi”, e ha espresso la speranza che coloro che lo citano non lo abbiano realmente letto. Una reazione immediata è seguita, con grida di indignazione e richieste di scuse in Aula, costringendo il presidente della Camera a sospendere più volte i lavori.
La discussione è ripresa nel pomeriggio, ma i toni di indignazione sono rimasti elevati, con una forte protesta anche per l’assenza della premier. Le opposizioni hanno attaccato Meloni, accusandola di voler nascondere le divisioni del suo governo tramite l’uscita sul Manifesto. Antonio Tajani di Forza Italia ha difeso la premier, affermando che non ha mai attaccato Spinelli, il co-autore del Manifesto. Meloni, una volta arrivata a Bruxelles, ha ribadito che non vede alcun problema nel leggere un testo storico e ha chiesto di contestualizzarlo. Al contrario, la leader del Pd, Elly Schlein, ha denunciato la mancanza di coraggio di Meloni nel difendere i valori europei, sottolineando che l’Europa è fondata proprio su quelle idee. Anche Giuseppe Conte e Matteo Renzi hanno commentato la questione, evidenziando l’importanza storica del Manifesto e criticando l’approccio della premier.
