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giovedì, 12 Dicembre, 2024
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Meloni rivendica successi sul lavoro, ma la crescita stagna

Il sindaco di Ercolano evidenzia la tragica realtà dei tre ragazzi morti nell’esplosione di una fabbrica illegale di fuochi d’artificio. Sottolinea che questi morti non potranno essere inclusi nei dati ufficiali sulle morti sul lavoro, ma rappresentano invece i “fantasmi” di un lavoro privo di regole, sicurezza e futuro. Questo evento mette in luce le gravi lacune nei dati che non registrano le vittime del lavoro irregolare.

Dall’altra parte, la Premier Meloni rivendica i recenti dati Istat come segno di un aumento dell’occupazione in Italia, affermando che dall’inizio del suo governo sono stati creati oltre mezzo milione di posti di lavoro, per lo più a tempo indeterminato, e che il tasso di occupazione ha raggiunto i livelli più alti dal 1977. Tuttavia, gli economisti sottolineano che questi successi occupazionali sono più il risultato di tendenze economiche globali e cicliche post-pandemia piuttosto che meriti di specifiche politiche governative.

In effetti, la crescita economica degli ultimi anni è legata principalmente alla ripresa dopo la pandemia, e i miglioramenti in alcune aree, come il Sud, non possono essere considerati un successo se confrontati con le performance del Nord, dove esiste un divario di venti punti percentuali nell’occupazione.

Confcommercio, a differenza di Meloni, evidenzia la crescente crisi industriale, con il fatturato in calo e una frenata dell’occupazione a settembre dopo un periodo di crescita. Sebbene il bilancio annuale rimanga positivo, c’è incertezza sul futuro del mercato del lavoro italiano. La situazione economica è caratterizzata da un forte rallentamento e ci si aspetta un “autunno caldo” con possibili agitazioni sociali, dato che lavoratori come medici e infermieri già scioperano, e anche i trasporti potrebbero fermarsi.

L’inflazione è tornata a salire, con i prezzi degli alimentari aumentati più rapidamente rispetto al resto, creando difficoltà ai cittadini, in particolare ai giovani. Molti, come quelli di Ercolano, si trovano costretti a lavorare in condizioni precarie, accettando impieghi in fabbriche abusive, spesso sotto la direzione di chi sfrutta la vulnerabilità dei più giovani.

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