Cristina Rivera Garza, scrittrice messicana, ha scritto un libro intitolato “L’invincibile estate di Liliana”, che le è valso il Premio Pulitzer. Il libro racconta la storia vera della sorella di Rivera Garza, uccisa a Città del Messico da un ex fidanzato. “L’invincibile estate di Liliana” è un memoir che unisce elementi politici e poetici, ed esplora la ricerca di giustizia e la violenza di genere.
Il nuovo libro di Rivera Garza, “Terrestre”, prosegue la sua riflessione sul corpo e sulla giovinezza, e si interroga su cosa significhi essere donne in un mondo in cui ogni spazio va conquistato. Il libro è composto da sette racconti che raccontano storie di giovani donne che viaggiano, si spostano e attraversano confini per conquistare spazio e identità. Le protagoniste dei racconti sono spinte dal desiderio di fuga e di ribellione contro un futuro già scritto.
I racconti di “Terrestre” nascono da resoconti, interviste, ricerche d’archivio e fatti di cronaca, e sono scritti in una prosa poetica e sperimentale. Il libro esplora temi come il viaggio, il tempo e la memoria, e si concentra sulla ricerca di sé e sulla conquista della libertà. Le ragazze dei racconti viaggiano sempre in coppia, mano nella mano, e si sostengono a vicenda nella loro ricerca di identità e di spazio.
Il libro è anche un inno alla resistenza e un invito a donare il proprio tempo e a condividere energia e attenzione. La scrittura di Rivera Garza non è mai solo rappresentazione, ma è gesto, movimento e atto politico. Ogni racconto si fa corpo in cammino, testimonianza della possibilità di continuare a vivere e a dire nonostante tutto. “Terrestre” è un libro che non chiude, ma apre alla libertà, alla relazione e alla speranza di un futuro ancora da inventare.

