A L’Aquila è in atto da almeno 12 giorni una situazione di emergenza legata alla presenza di un gruppo di migranti provenienti da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh e Somalia, che hanno percorso la rotta balcanica. Questi migranti trascorrono la notte dormendo all’aperto nei parchi del centro storico della città, utilizzando coperte per ripararsi, mentre durante il giorno si radunano con zaini e sacchi di plastica davanti alla Prefettura in attesa di una sistemazione.
Le autorità locali, comprendenti il ministero dell’Interno, la Prefettura, le forze di polizia ed enti locali, stanno lavorando per trovare una soluzione alla situazione, svolgendo verifiche operative. La comunità cittadina ha risposto con solidarietà, con associazioni, volontari e realtà religiose che forniscono cibo, bevande calde, coperte e servizi di docce ai migranti. L’associazione Fraterna Tau, in particolare, ha segnalato difficoltà nella gestione delle derrate alimentari e ha chiesto alla cittadinanza di donare prodotti di prima necessità.
Recentemente, un giornalista freelance ha chiamato il 118 per richiedere un intervento sanitario urgente per alcuni migranti che mostravano segni di violenze subite durante il viaggio. Tre o quattro di loro, con lividi, tagli ed ecchimosi compatibili con percosse, sono stati accompagnati in ospedale per accertamenti e successivamente dimessi. Un giovane è stato trattenuto per ulteriori accertamenti. Molti migranti hanno raccontato di aver subito aggressioni e intimidazioni lungo la rotta balcanica, in particolare in Serbia, dove sarebbero stati fermati da gruppi criminali che li avrebbero costretti a contattare le loro famiglie per ottenere denaro in cambio della possibilità di continuare il viaggio.

