Chiara Petrolini, una giovane di 21 anni, è agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, dopo il rinvenimento di due neonati sepolti nel giardino della sua abitazione a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. Durante l’interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari (gip), Chiara ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il suo avvocato, Nicola Tria, ha spiegato che questa decisione è di natura tecnica e non esclude che in futuro possa fornire dichiarazioni. Ha inoltre comunicato che Chiara ha già partecipato a due interrogatori nei quali ritiene di aver contribuito alla ricostruzione dei fatti.
Tria ha richiamato l’attenzione sulla necessità di rispetto per la riservatezza della famiglia di Chiara, che prima ancora di essere coinvolta in una vicenda tragica e complessa, sta vivendo una grande sofferenza. Ha poi ribadito l’importanza di affrontare la situazione attraverso il giusto processo legale piuttosto che attraverso esposizioni mediatiche.
Alfonso D’Avino, procuratore di Parma, ha dichiarato di non aver mostrato indulgenza nei confronti di Chiara, avendo richiesto misure cautelari gravi. Ha risposto alle critiche del presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, riguardo alla gestione del caso, illustrando come il silenzio investigativo possa aver alimentato la frenesia mediatica. D’Avino ha contestato la percezione che il piccolo comune di Traversetolo non possa essere considerato significativo, sottolineando che la comunicazione della procura tentava di bilanciare diritto di cronaca, segretezza delle indagini e presunzione di innocenza.
Riguardo al fenomeno del “circo mediatico”, D’Avino ha espresso il suo dispiacere per le invasioni della privacy delle persone coinvolte, descrivendo come i media abbiano inondato le loro vite con telecamere e microfoni. Inoltre, ha chiarito la sua posizione in merito alla sua qualifica professionale, sottolineando di essere il procuratore e non un sostituto. In conclusione, ha affermato che la procura ha garantito tranquillità a Chiara e alla sua famiglia, mantenendo lontano il clamore mediatico dall’indagine.