La Corte tributaria regionale della Puglia ha emesso una sentenza significativa riguardo ai bonifici ricevuti da parenti, stabilendo che tali somme non devono essere automaticamente considerate come reddito. In particolare, nella sentenza 2760 del 26 febbraio 2025, i giudici hanno accolto il ricorso di un contribuente che aveva ricevuto avvisi di accertamento dall’Agenzia delle Entrate a causa di cinque bonifici effettuati dal socio della sua società. Sebbene l’Agenzia avesse dubbi sulla provenienza delle somme, poiché il socio era privo di redditi, la Corte ha confermato che i bonifici provenivano da finanziamenti personali, non considerabili come reddito non dichiarato.
La Corte ha sottolineato l’importanza delle prove documentali per superare la presunzione legale del Fisco, secondo la quale i versamenti sui conti correnti potrebbero essere interpretati come redditi non dichiarati. Tuttavia, quando si tratta di bonifici da familiari, la presunzione legale può essere superata, dato il contesto di solidarietà familiare. In questo caso, il contribuente ha dimostrato di ricevere somme da conti intestati a sua madre e a sua sorella, i cui redditi erano già stati tassati.
Pertanto, la Corte ha confermato che i bonifici da parenti non possono essere considerati come reddito non dichiarato da parte dell’Agenzia delle Entrate, che deve fornire prove concrete per dimostrare il contrario. Questa interpretazione è supportata dalla giurisprudenza e dalla prassi, stabilendo chiaramente che il Fisco ha dei limiti nel condurre indagini su tali operazioni finanziarie.
