Il Governo italiano sta assumendo tendenze che richiamano alla mente stili “trumpiani”, evidenziando forzature rispetto alle leggi democratiche e alla magistratura. Le politiche fiscali penalizzano lavoratori e pensionati, aumentando il prelievo fiscale e comprimendo i redditi reali.
Un aspetto di questa direzione è la recente adesione italiana all’Alleanza Europea per il Nucleare, annunciata dal Ministro Pichetto Fratin durante il Consiglio europeo del 16 ottobre. Questa decisione si inserisce nella strategia energetica del Governo, che promuove la neutralità tecnologica. Fratin ha sottolineato la presenza di scenari a lungo termine nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), miranti a una quota di energia nucleare entro il 2050, ma le preoccupazioni riguardo ai rischi del nucleare civile sono rimaste irrisolte.
Un disegno di legge per incentivare un “nucleare sostenibile” è ancora in attesa di discussione parlamentare. Inoltre, l’Italia partecipa a progetti europei di tecnologie nucleari innovative, pur senza una base legislativa chiara, lasciando molte incertezze su come verranno gestiti i rischi connessi.
Il Ministro ha affermato che l’Italia potrà contribuire allo sviluppo della filiera nucleare europea, senza distinguere tra nucleare di fissione e fusione, quest’ultimo ancora in fase sperimentale. Confindustria ha suggerito di adottare i prezzi dell’elettricità legati alle rinnovabili, ritenute più convenienti rispetto al gas.
In aggiunta, l’adesione all’Alleanza Europea non può ignorare la volontà espressa dai referendum abrogativi del 1987 e 2011, contrari al nucleare. Gli attuali provvedimenti governativi potrebbero risultare illegittimi, aggravati da contesti geopolitici complessi che pongono il nucleare come obiettivo nei conflitti recenti.
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Fonte: www.strisciarossa.it