La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato il sesto taglio dei tassi di interesse, ma i bond europei continuano a calare. I rendimenti sono cresciuti, con il BTp a 10 anni che ha sfiorato il 4%, raggiungendo i massimi livelli dal giugno 2024. Lo spread è rimasto stabile attorno ai 112 punti base, riflettendo un crollo dei Bund mai visto da 30 anni.
Le previsioni sulla crescita dell’inflazione sono aumentate, passando dal 2,1% al 2,3% per quest’anno, con il target del 2% previsto solo “dai primi del 2026”. Nel contempo, le stime sul PIL dell’Eurozona hanno subito un significativo taglio, riducendo le prospettive di crescita dello 0,6% in tre anni.
Nonostante il sesto taglio dei tassi, non ci si aspettava un aumento dei prezzi dei bond, anche perché la BCE non ha escluso future pause nei tagli. Secondo Goldman Sachs, i tassi potrebbero scendere al 2% entro giugno. Christine Lagarde ha parlato di un “approccio evolutivo”, sebbene non sia chiaro il significato di questa trasformazione.
Inoltre, il piano di riarmo dell’Unione Europea avrà impatti sulle decisioni della BCE e sulla situazione dei bond. Lagarde ha enfatizzato che questo programma potrebbe sostenere la crescita ma anche aumentare il rischio inflazionistico. Gli analisti avvertono che la maggiore crescita attesa potrebbe ridurre la pressione sulla BCE per ulteriori tagli.
Ci si chiede se la curva dei tassi si appiattirà, con rendimenti a breve termine in aumento e a lungo termine in calo. Recentemente è successo il contrario, suggerendo che la pressione per l’espansione fiscale in Europa potrebbe essere stata già superata.