Dopo la morte dei genitori, i loro figli, il coniuge superstite e altri familiari diretti sono considerati eredi legittimari, con diritto a una quota dell’eredità. Tuttavia, l’eredità deve essere accettata; quindi, non è un obbligo ma un’opzione. Fintanto che non si accetta l’eredità, gli eredi sono solo potenziali e non hanno responsabilità sui debiti del defunto, inclusi eventuali arretrati fiscali. Solo gli eredi effettivi, dopo aver accettato l’eredità, devono occuparsi di tali debiti.
Se un erede riceve una cartella esattoriale o un avviso dall’Agenzia delle Entrate, non è tenuto a pagare finché non accetta l’eredità. Non ci sono rischi o obblighi per chi è solo chiamato a ereditare. Inoltre, le sanzioni per il ritardo nei pagamenti non ricadono sugli eredi, e le multe stradali non sono trasferibili. Tuttavia, esiste un’importante eccezione: se l’erede è già in possesso dei beni ereditari, come una casa, deve farsi carico dei debiti dal momento dell’apertura della successione, anche prima di accettarla, ma solo entro il valore dei beni posseduti.
Ad esempio, se un figlio vive nella casa di famiglia, potrebbe dover pagare i debiti fino a un valore corrispondente a quello dell’immobile. In sintesi, è fondamentale sapere che l’eredità è un diritto che richiede un’accettazione formale per attivare obblighi e responsabilità, evitando così di farsi carico di debiti non voluti.