sabato, Ottobre 5, 2024
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Omicidio Bergamini: 23 Anni di Carcere Richiesti per l’Ex Fidanzata del Calciatore

La procura di Castrovillari ha richiesto una pena di 23 anni di carcere per Isabella Internò, ex fidanzata di Donato Denis Bergamini, calciatore del Cosenza morto il 18 novembre 1989. Secondo il procuratore Alessandro D’Alessio, Internò sarebbe la mandante e avrebbe partecipato all’omicidio del 27enne il cui corpo fu ritrovato lungo la statale 106 a Roseto Capo Spulico. Nonostante la gravità dell’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, il magistrato ha chiesto di considerare le attenuanti generiche, proponendo una pena ridotta a 23 anni invece dell’ergastolo, poiché è trascorso molto tempo dal delitto.

Il procuratore ha evidenziato come Internò avesse tradito l’affetto che Bergamini provava per lei, sottolineando che la giovane, all’epoca ventenne, desiderava un “matrimonio riparatore” dopo essere rimasta incinta del calciatore, il quale però non voleva sposarla per il suo carattere considerato ossessivo. Questo portò la donna a sottoporsi ad un aborto a Londra e a sviluppare un’ossessione nei confronti di Bergamini, continuando a pedinarlo anche dopo la fine della loro relazione.

Le accuse si basano anche sulle dichiarazioni di Tiziana Rota, amica di Internò, che riferì che la donna le avrebbe confidato la volontà di vendetta nel caso in cui Bergamini non l’avesse sposata. Inoltre, per anni, Internò ha sostenuto che Bergamini si sarebbe suicidato, mentre la sua famiglia, in particolare la sorella Donata, ha sempre sostenuto l’ipotesi di omicidio, esprimendo soddisfazione per l’emergere della verità dopo tanti anni.

L’avvocato di Internò, Fabio Anselmo, ha fatto notare che sebbene la condanna dopo 35 anni possa sembrare ingiusta, attendere così a lungo per giustizia è ancora più inaccettabile. Attualmente, la parola passa alle parti civili e alla difesa, con la sentenza prevista per il primo ottobre. Questa lunga vicenda giuridica ha riaperto un capitolo doloroso per la famiglia Bergamini, che per anni ha lottato affinché venisse riconosciuta la verità sul delitto del loro congiunto.

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