Negli ultimi anni, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha dovuto affrontare una significativa crisi di credibilità. In concomitanza con l’ottantesimo anniversario della firma della Carta delle Nazioni Unite, risalente al 26 giugno 1945, l’Onu si interroga sul proprio avvenire.
Alla Conferenza di San Francisco, 50 Stati unirono le forze per promuovere la pace e la dignità umana, portando alla creazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel 1948. Oggi, però, il numero dei conflitti armati è a un livello allarmante, con 120 conflitti attivi nel 2024, contribuendo a gravi crisi umanitarie. Il Segretario generale, Antonio Guterres, ha denunciato l’incapacità dell’Onu di prevenire il genocidio, evidenziando come la situazione nella Striscia di Gaza rappresenti una delle emergenze più drammatiche.
Per celebrare l’anniversario, Guterres ha presentato l’iniziativa “UN80”, con l’intento di ristrutturare l’Onu, eliminando sovrapposizioni e promuovendo riforme necessarie. Due aspetti fondamentali sono l’inclusione dei Paesi del sud globale nelle decisioni e la revisione del sistema di voto del Consiglio di sicurezza, attualmente dominato da cinque membri permanenti. Recentemente, è stato avviato un gruppo intergovernativo per discutere una riforma del Consiglio, compresa la proposta di limitare l’uso del veto in caso di gravi violazioni dei diritti umani.
Nonostante ciò, il funzionamento dell’Onu dipende dalla volontà degli Stati di seguire le regole. Attualmente, gli Stati più potenti, come dimostrato dalle loro azioni in Ucraina e in Iran, sono accusati di ostacolare la pace. Una mancanza di cooperazione ha ulteriormente messo in luce l’inefficacia dell’Onu, dimostrando che una vera trasformazione è essenziale.
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Fonte: ilmanifesto.it