Un nuovo rapporto dell’ONU denuncia il ruolo delle imprese globali nell’economia dell’occupazione israeliana e nella crisi palestinese. La Relatrice Speciale Francesca Albanese ha presentato questo documento al Consiglio per i Diritti Umani, accusando il sistema economico internazionale di sostenere il progetto coloniale nei territori palestinesi.
Secondo il rapporto, più di 1.000 aziende, operanti in settori come difesa, tecnologia e costruzioni, avrebbero beneficiato dell’occupazione illegale, contribuendo a quella che Albanese definisce “economia del genocidio”. Il documento sottolinea la complicità di attori privati, descritta come “solo la punta dell’iceberg”, mentre la comunità internazionale sembra eludere le proprie responsabilità.
Albanese indica che le aziende devono assumersi le loro responsabilità, poiché il diritto internazionale prevede gradi di corresponsabilità per crimini contro l’umanità, specialmente riguardo al diritto all’autodeterminazione dei popoli. Chiede un intervento immediato per fermare le pratiche che sostengono l’occupazione e smantellare l’infrastruttura economica correlata.
I nomi delle aziende coinvolte includono grandi attori come Elbit Systems e Lockheed Martin, che avrebbero intensificato il loro coinvolgimento dopo l’escalation del conflitto nell’ottobre 2023. La Relatrice specifica che le responsabilità non ricadono solo sulle aziende, ma anche sui loro dirigenti, che possono essere perseguiti per crimini internazionali.
Il rapporto chiude con raccomandazioni per indagini, interruzione della cooperazione commerciale con l’occupazione e sanzioni per le aziende coinvolte. Questo dossier rappresenta un passo significativo nel riconoscimento formale della complicità economica nei crimini contro il popolo palestinese e potrebbe avere effetti legali e finanziari rilevanti.