Un articolo pubblicato su JAMA Pediatrics il 7 aprile analizza i dati sulla mortalità infantile negli Stati Uniti, rilasciati dal CDC. Nel 2022, si sono registrati 20.577 decessi neonatali, con un incremento del 3,3% rispetto all’anno precedente, portando il tasso di mortalità infantile a 5,61 decessi ogni 1.000 nati vivi. Questo rappresenta il secondo anno consecutivo di aumento dopo un lungo trend in calo dal 1995. Preoccupanti sono anche i dati sulla mortalità postneonatale (da 1 a 12 mesi), che ha subito un incremento maggiore rispetto alla mortalità neonatale, evidenziando le disparità socioeconomiche che colpiscono in particolare coloro con basso stato economico. Gli Stati Uniti si trovano al 54° posto su 227 nazioni per mortalità infantile, dietro a paesi come Slovacchia ed Emirati Arabi Uniti.
In confronto, l’Italia ha un tasso di mortalità infantile di circa 2,5 decessi ogni 1.000 nati, riflettendo l’efficacia del proprio sistema sanitario nazionale. Tuttavia, emergono disuguaglianze significative, con la mortalità infantile nel Mezzogiorno che è circa il doppio rispetto al Nord, evidenziando le differenze nell’accesso e nella qualità delle cure. La situazione negli Stati Uniti rappresenta un monito per l’Italia, dove le crescenti disparità economiche e la povertà, che colpiscono circa 1,3 milioni di minori, potrebbero minacciare risultati positivi raggiunti.
È cruciale che l’Italia rafforzi il proprio Servizio Sanitario Nazionale, mantenendolo pubblico per garantire accesso equo alle cure e contrastare la povertà, preservando così i buoni indicatori di salute e proteggendo la salute dei neonati e delle madri.