Una serata dedicata alla pace, contestualizzata dalla guerra, ha avuto luogo con la partecipazione del professor Fulvio De Giorgi, storico della pedagogia e direttore del centro studi “Mai più la guerra”. De Giorgi ha discusso il ripudio della guerra come strumento di difesa, sottolineando l’importanza dell’articolo 11 della Costituzione italiana, che condanna la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali.
Il professore ha richiamato l’eredità dei sei anni della Seconda Guerra Mondiale, che ha causato oltre 55 milioni di morti, coinvolgendo una quantità senza precedenti di civili. Ha evidenziato come questo conflitto abbia segnato una sconfitta non solo per le potenze bellicose, ma anche per la cultura Romantica, avviando processi di decolonizzazione e innovazione tecnologica.
De Giorgi ha paragonato i due schieramenti principali — l’Asse e gli Alleati — illustrando che entrambi ambivano a una pace, nonostante le loro visioni divergenti. Ha delineato il Patto Tripartito, che promuoveva un ordine gerarchico e il patriottismo oppressivo, contro la Carta Atlantica che auspicava rispetto per i diritti di tutti i popoli.
L’esito della guerra ha portato alla creazione dell’ONU e alla Dichiarazione universale dei diritti umani, eventi che hanno accompagnato la nascita della Repubblica italiana e della sua Costituzione. De Giorgi ha inoltre messo in guardia sulla crescente difficoltà dell’ONU nel mantenere la propria missione post-Guerra Fredda, sottolineando il rischio di una normalizzazione della violenza, evidenziata dal conflitto in Ucraina. Ha concluso richiamando l’importanza di mantenere viva la cultura della pace, ritenendo la guerra un male inaccettabile.
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Fonte: www.merateonline.it