Nel 1971, Angelo Pezzana invita Pasolini a collaborare con il movimento gay Fuori!, ma Pasolini rifiuta, affermando che non gli importa della questione organizzativa, che secondo lui burocratizza e normalizza la diversità sessuale. Il professor Filippo La Porta, durante un convegno, riflette sulle idee di Pasolini, suggerendo che anche i diritti LGBT potrebbero essere visti come una forma di normalizzazione. Pasolini si sarebbe probabilmente schierato con “l’altra America” degli anni ’60, legata ai movimenti civili, che continua a esistere malgrado la vittoria di Trump. Quest’ultimo però simula autenticità, creando un contrasto con l’autenticità genuina che Pasolini ammirava negli americani.
La Porta ricorda che Pasolini sostenne i giovani della New Left, definendoli “mistici della democrazia”, e dedicò una poesia a Bob Kennedy, visto come un eroe delle riforme. Oggi, la sinistra italiana affronta sfide simili, con il PD alla ricerca di una correzione di rotta. Negli Stati Uniti, la destra sembra attrarre un pubblico escluso dal glamour della politica di elite. La Porta osserva come Kamala Harris non abbia affrontato questioni materiali, richiamando l’attenzione sul fatto che Pasolini, pur essendo comunista, aveva una visione più complessa delle strutture economiche e del potere delle idee.
Pasolini denunzierebbe oggi le contraddizioni del pacifismo contemporaneo, mettendo in discussione il reale desiderio di pace di una società che consuma su basi squilibrate. Sottolineerebbe che il mantenimento degli attuali standard di vita richiede guerre, piuttosto che manifestare solo per una pace superficiale.