Andare in pensione con soli 20 anni di contributi è un’opzione disponibile in Italia, ma presenta requisiti specifici. Chi desidera accedere a questa possibilità deve aver compiuto 67 anni e, se i contributi sono stati versati dopo il 31 dicembre 1995, l’importo della pensione deve essere pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale, che nel 2022 era di circa 480 euro. In caso contrario, è necessario attendere ulteriori 7 anni per richiedere la pensione all’INPS.
Il calcolo dell’assegno pensionistico non è standard e dipende da vari fattori, inclusa la retribuzione degli ultimi anni di lavoro. Esistono tre principali sistemi pensionistici: il retributivo, in cui la pensione è basata sulla retribuzione media; il contributivo, che considera i contributi versati e applica un coefficiente di trasformazione, e il misto, che combina gli elementi dei due precedenti con una valutazione specifica per ciascun caso. Per il sistema contributivo, ad esempio, con una retribuzione media annuale di 40.000 euro, chi ha versato 20 anni di contributi riceverebbe circa 14.718 euro all’anno.
È importante valutare attentamente questa scelta poiché il reddito pensionistico potrebbe non essere sufficiente per coprire le spese quotidiane, in un contesto di costi della vita in aumento. La sostenibilità del sistema pensionistico italiano è un tema complesso, e le riforme hanno cercato di bilanciare le esigenze dei lavoratori con quelle del sistema previdenziale. Pertanto, le decisioni individuali riguardo alla pensione devono essere ben ponderate e affrontate con consapevolezza e preparazione.