Tutti i 200 detenuti palestinesi sono stati rilasciati dalle carceri israeliane come parte di uno scambio avvenuto il 25 gennaio. Il servizio penitenziario israeliano ha confermato il rilascio, mentre a Ramallah una folla di palestinesi ha festeggiato l’arrivo dei bus con i prigionieri. Tuttavia, il premier israeliano Netanyahu ha avvertito che non permetterà il ritorno degli sfollati a nord di Gaza fino a quando non sarà liberata Arbel Yehud, una cittadina israeliana di cui si chiede il rilascio entro due giorni. Yehud figura già nell’elenco degli ostaggi rilasciati il 19 gennaio, ma la sua liberazione è stata rimandata con la sostituzione del suo nome con quello di Emily Damari, una doppia cittadina israelo-britannica. Hamas ha comunicato ad Al Jazeera che Arbel Yehud è viva e sarà liberata il sabato successivo, ma le trattative per un rilascio anticipato sono in corso. Si ipotizza infatti che la donna sia finita nelle mani della jihad islamica, anch’essa attiva a Gaza, il che complica ulteriormente la situazione. Israele accusa Hamas di aver violato gli accordi precedenti, rilasciando quattro soldatesse prima della liberazione di Yehud, il che ha causato il blocco del corridoio Netzarim. La dinamica di questi eventi sottolinea la complessità delle trattative in corso e l’importanza strategica di Arbel Yehud nel contesto del conflitto.