La Russia prosegue il suo impegno bellico, dimostrando una resilienza che sembra destinata a durare. Nonostante le sanzioni e le significative perdite umane, il Cremlino ha trasformato il suo sistema politico, economico e sociale per sostenere uno stato di guerra permanente. La strategia di Mosca non è una rapida conquista territoriale, ma un logoramento progressivo dell’Ucraina e dei suoi alleati occidentali.
Dal punto di vista militare, la Russia ha visto morire centinaia di migliaia di soldati, ma continua a reclutare tra 50 e 60 mila nuovi volontari mensilmente, sufficienti a compensare le perdite. Le forze armate russe attaccano su 116 fronti e recentemente hanno rioccupato il Kursk. Il Cremlino punta a saturare il fronte ucraino con un numero elevato di soldati.
Dal lato economico, la Russia ha riadattato gran parte della sua economia alla produzione militare, con un aumento della spesa per la difesa oltre il 6% del PIL. Grazie alle alleanze con Iran, Corea del Nord e Cina, Mosca riceve munizioni e droni, mentre la sua guerra elettronica ha disattivato alcuni sistemi occidentali.
Il PIL russo ha registrato una crescita del 3,6% nel 2023, sostenuto da una spesa pubblica robusta e dall’export energetico. Il governo mantiene rigidi controlli sull’economia, mentre la repressione interna e la propaganda prevalgono sul dissenso. Putin, rieletto nel 2024 con oltre l’85% dei voti, continua a schiacciare l’opposizione e a giustificare la guerra come una lotta per la sopravvivenza nazionale, approfittando delle divisioni tra Occidente e Ucraina.
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Fonte: www.ilmessaggero.it