La Federazione Russa si è impegnata per lo sviluppo sostenibile mediante l’adesione alla Dichiarazione di Rio del 1992 e alla 2030 Agenda for Sustainable Development, approvando diversi decreti per gestire la vulnerabile area artica, che ospita 2,5 milioni di persone, molte delle quali indigene. Il governo ha creato normative quali la “Strategia per lo sviluppo della zona artica” e programmi federali per lo sviluppo socioeconomico, ponendo una forte enfasi sulle attività minerarie. Sebbene la Russia riconosca il diritto ecocentrico per garantire la prosperità senza compromettere l’ambiente, le normative precedenti al 2015 non sono state aggiornate per allinearsi con i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile. Gli obiettivi prioritari emersi da una ricerca del 2019-2020 indicano che le autorità russe hanno dato la priorità alla lotta alla povertà, alla sicurezza alimentare e alla buona salute, mentre altri obiettivi, come l’acqua pulita e le città sostenibili, sono stati percepiti come meno urgenti e sotto-finanziati. Le conclusioni sui progressi verso uno sviluppo sostenibile nell’Artico evidenziano un impegno per coniugare le esigenze socioeconomiche con la protezione ambientale, pur evidenziando una carenza di risorse per l’attuazione degli obiettivi. Progetti di sfruttamento delle risorse energetiche industriali contraddicono gli obiettivi sostenibili. Inoltre, la guerra in Ucraina ha complicato ulteriormente l’implementazione degli SDGs, ma la società civile russa chiede un ritorno agli obiettivi della 2030 Agenda.