sabato, Ottobre 5, 2024
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Polverone su Erasmus: la docente estromessa e le polemiche sulle ‘cicciottelle’

La professoressa di Portoghese dell’Università La Sapienza di Roma è stata rimossa dal suo incarico di responsabile degli studenti Erasmus a causa di accuse di frasi sessiste rivolte alle studentesse. Questa decisione, che ha generato forte indignazione, è stata il risultato di denunce presentate dal collettivo LGBTQ+ Prisma, associato al coordinamento universitario Link, che ha raccolto testimonianze tra gli studenti. Il Comitato unico di garanzia dell’ateneo ha avviato un’istruttoria, portando infine alla rimozione della docente.

Le accuse riguardano episodi avvenuti a partire da maggio 2023. In particolare, durante la Giornata della Lingua Portoghese il 10 maggio, la professoressa ha utilizzato frasi offensive mentre alcuni studenti presentavano un progetto sui termini sessisti in lingua portoghese. Tra i vari insulti, si ricorda una sua esclamazione: “Ma che belle piranhas queste ragazze!”, riferendosi alle studentesse. Altre testimonianze hanno riportato frasi come “Hai dimenticato le mutande?” e commenti denigratori legati all’aspetto fisico, definiti dagli studenti come esempi di grassofobia.

Nonostante la rimozione dall’incarico di gestione degli studenti Erasmus, gli studenti hanno espresso il loro dissenso riguardo alle misure adottate, ritenendo che non siano sufficienti. Essi evidenziano che la professoressa avrebbe perso solo il ruolo di Responsabile Accademico della Mobilità Internazionale (RAM) per il Brasile, mantenendo comunque il suo incarico. Inoltre, gli studenti lamentano la mancanza di scuse ufficiali da parte della docente, una questione sottolineata anche dalla presidente del comitato che ha seguito l’inchiesta.

La vicenda ha sollevato un acceso dibattito sulla questione del sessismo e della discriminazione nel contesto accademico, evidenziando l’importanza di creare un ambiente educativo rispettoso e inclusivo. Gli studenti, stanchi di queste situazioni, chiedono misure più rigorose e un fermo impegno da parte dell’università per affrontare e prevenire condotte simili in futuro, ribadendo la necessità di un cambiamento culturale all’interno dell’istituzione.

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