Nel 2024, il panorama dei prestiti in Italia ha mostrato una continua debolezza, con una riduzione generale del credito alle imprese stimata in -1,2%, soprattutto a causa della diminuzione della domanda da parte delle stesse, con una contrazione più accentuata per le piccole imprese (-6,8%). Questo calo è attribuibile a una minore esigenza di finanziamenti per investimenti e a tassi di interesse ancora elevati. Anche se i prestiti alle famiglie sono tornati a crescere, trainati dalla richiesta di mutui per l’acquisto di abitazioni, il tasso di deterioramento dei prestiti ha registrato un leggero aumento, in particolare per i crediti alle imprese.
Secondo Banca d’Italia, l’offerta bancaria è rimasta moderatamente restrittiva, specialmente per le piccole imprese considerabili più rischiose. Questa tendenza nella riduzione dei prestiti alle piccole imprese era iniziata dopo la crisi dei debiti sovrani e aveva subito una sospensione temporanea durante la pandemia, grazie a interventi di sostegno governativi. Ora, le piccole imprese ricorrono maggiormente all’autofinanziamento, e il numero di queste attività sta diminuendo.
L’analisi evidenzia che, nonostante i prestiti deteriorati siano stati in continua riduzione, il rapporto tra crediti deteriorati e prestiti totali è aumentato, indicativo di minori erogazioni di credito. Le proiezioni future suggeriscono un aumento contenuto del tasso di deterioramento per le imprese, mentre quello per le famiglie dovrebbe rimanere stabile. Infine, Banca d’Italia ha attivato una riserva di capitale per rafforzare la solidità del sistema bancario, che sta migliorando anche in termini di efficienza grazie agli investimenti in innovazione e tecnologia.
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Fonte: www.creditnews.it