Aumenta il lavoro femminile in Italia, ma la piena occupazione è ancora lontana. Le donne affrontano disparità retributive, di carriera e pensionistiche. Spesso, a causa del carico di cura familiare, sono costrette a lavorare part-time. Queste disuguaglianze si riflettono anche nel settore finanziario: solo il 20% del credito bancario va alle donne, come riporta il sindacato Fabi, attribuendo tale gap a occupazione e retribuzioni più basse. Il divario di genere nel credito ammonta a circa 70 miliardi a livello nazionale.
Anche l’educazione finanziaria presenta un significativo divario di genere, ma per le donne lavoratrici questo gap si riduce, come evidenziato dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Christine Lagarde, presidente della Bce, sottolinea l’importanza di migliorare l’educazione finanziaria per sostenere l’uguaglianza e l’economia. Questa problematicità è particolarmente urgente per le donne anziane, che subiscono frequentemente frodi finanziarie, con il 14% di esse over 65 che ne è stata vittima.
In ambito domestico, la divisione dei compiti riflette ancora schemi tradizionali: il 54,4% delle donne gestisce le faccende da sola, mentre solo il 17,6% degli uomini fa altrettanto. Questo carico familiare limita ulteriormente la partecipazione lavorativa femminile, con quasi 1,3 milioni di donne inattive pronte a lavorare. Le disuguaglianze salariali persistono: le metalmeccaniche guadagnano il 14,1% in meno rispetto ai colleghi uomini. Nonostante alcuni miglioramenti, rimane una forte asimmetria nella presenza femminile, soprattutto nel settore metalmeccanico, dove solo il 20% è rappresentato da donne. Il 46% degli italiani giudica insufficiente l’attuale livello di parità. Sempre più donne si preparano a celebrare l’8 marzo, con un sondaggio che mostra che il 64% gradisce i regali associati alla giornata.