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Prevenire e Ritardare la Demenza: Strategie per Combattere i 55 Milioni di Casi Globali

La demenza rappresenta una sfida globale, con oltre 55 milioni di casi nel mondo, di cui la malattia di Alzheimer è la forma più comune. In Italia, si stimano circa 2 milioni di persone affette da disturbi neurocognitivi e circa 4 milioni di familiari coinvolti. Questi numeri potrebbero aumentare drasticamente a causa dell’invecchiamento della popolazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) considera questa questione una priorità di salute pubblica e concentra gli sforzi sulla prevenzione e sulla ricerca di terapie modificative.

Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet”, è possibile prevenire o ritardare quasi la metà dei casi di demenza intervenendo su 14 fattori di rischio modificabili, come diabete, colesterolo elevato, fumo e obesità. L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) sottolinea l’importanza di adottare misure preventive per affrontare questa emergenza. Il dottor Nicola Vanacore, direttore dell’Osservatorio Demenze dell’Iss, evidenzia che la crescente incidenza delle demenze rende necessaria una risposta sanitaria adeguata.

In Italia, dal 2015 è in atto un Piano nazionale demenze che mira a migliorare la qualità degli interventi assistenziali. Recentemente, il governo ha istituito un Tavolo permanente per le demenze e ha allocato finanziamenti significativi per il supporto alla ricerca e interventi specifici. Le nuove strategie del Ministero della Salute prevedono un’elaborazione di linee guida per diagnosi e trattamenti, oltre a un piano di formazione nazionale.

La ricerca su farmaci anti-Alzheimer ha visto progressi limitati negli ultimi trent’anni. Negli ultimi due decenni, significativi investimenti hanno sostenuto lo sviluppo di terapie innovative, ma nessuna di queste risulta efficace nel modificare il decorso della malattia. Recentemente, due anticorpi monoclonali sono stati approvati negli Stati Uniti, ma la loro autorizzazione è stata rifiutata in Europa a causa dell’efficacia limitata e di eventi avversi.

Parallelamente, si sta esplorando l’uso di farmaci già in commercio per altre malattie, testando il loro potenziale nel rallentare la progressione della demenza, in particolare affrontando i fattori di rischio noti come quelli cardiovascolari. L’iniziativa coinvolge una collaborazione internazionale, inserendosi in progetti coordinati dall’Oms per migliorare i modelli di assistenza per un invecchiamento sano.

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