I politici possono essere suddivisi in tre categorie: gli infallibili, quelli che riconoscono la fallibilità della ragione e coloro che agiscono per opportunismo. Gli infallibili credono di conoscere le “leggi naturali” della storia e considerano le loro azioni come “oggettivamente giuste”, spesso adottando un atteggiamento demagogico per conquistare il favore popolare. Tuttavia, la storia non è deterministica e ogni progetto politico è soggetto all’imprevedibilità, influenzato da fattori sconosciuti.
Alcuni principi scientifici possono essere applicati al sistema politico. Ad esempio, il “principio dell’equilibrio mobile” afferma che una modifica esterna a un sistema in equilibrio lo perturba, spingendolo a cercare di ripristinare l’equilibrio stesso. Se si interviene sulla Costituzione italiana, si può creare una perturbazione con conseguenze imprevedibili. Anche il “principio di esplosione” della logica suggerisce che un’affermazione e la sua negazione possono essere entrambe vere, accentuando l’imprevedibilità delle affermazioni politiche.
Questi principi indicano che qualsiasi approccio, sia essa infallibile o fallibile, comporta serî rischi e un risultato incerto. Perciò, è preferibile fidarsi dei politici che riconoscono la fallibilità della ragione e adottano un atteggiamento critico verso le loro teorie. In vista del referendum dell’8/9 giugno, ci si domanda se appoggiare gli infallibili convinti della loro competenza o gli “razionali fallibili” che criticano le modifiche alla legge sul lavoro e propongono di mantenere lo status quo votando “no”.
Sintesi AI da RassegnaNotizie.it – Fonte: www.news-24.it
👉 Vai alle offerte in vetrina