Romano Prodi e Giovanni Donzelli, pur essendo politicamente e ideologicamente distanti, sono stati protagonisti di episodi sgradevoli simili. Prodi, due volte Presidente del Consiglio e influente figura del centrosinistra, ha reagito in modo inadeguato durante un’intervista, afferrando i capelli della giornalista Lavinia Orefici. Sebbene non sia stata un’azione violenta, è considerata inaccettabile. Prodi non si è scusato immediatamente, suscitando polemiche e difese da parte di alcuni membri del centrosinistra. Il video di quell’episodio ha messo in discussione le giustificazioni fornite dai suoi sostenitori, rivelando una distorsione della realtà. In Italia, spesso si assiste a una vittimizzazione secondaria, dove la vittima è accusata di esagerare.
D’altra parte, Giovanni Donzelli, un esponente di Fratelli d’Italia, ha attaccato un cronista del Fatto Quotidiano, Giacomo Salvini, dopo la pubblicazione di un libro che raccoglie chat private di membri del suo partito. Donzelli ha usato un linguaggio offensivo nei confronti di Salvini, dimenticando che la vera responsabilità per la fuga di notizie risiede in coloro che hanno tradito la fiducia del partito. Entrambi gli episodi mostrano un’insofferenza verso i giornalisti, rivelando una debolezza della classe politica, che teme il confronto. Ci si aspetta che i politici, anziché attaccare la stampa, imparino a gestire le critiche e a confrontarsi con la realtà, riconoscendo il valore del lavoro dei giornalisti. Come cittadini, abbiamo diritto a una classe politica più forte e rispettosa.
