Nuove problematiche per il Governo italiano si sono manifestate in seguito a due sentenze del Tar Liguria riguardanti le concessioni balneari. Il tribunale ha respinto il ricorso di tre stabilimenti balneari di Zoagli contro una delibera comunale che confermava la scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2023, avviando le procedure per le gare previste dalla direttiva Bolkestein. I giudici hanno stabilito che le concessioni per attività turistiche, già soggette a proroghe legali, hanno cessato la loro validità alla fine del 2023, e che le nuove assegnazioni devono risultare da selezioni imparziali e trasparenti.
Questa sentenza smentisce le affermazioni del Governo riguardo alla proroga automatica delle concessioni fino al 2027 e chiarisce che non esiste alcun accordo scritto tra lo Stato italiano e la Commissione europea che obblighi le amministrazioni locali ad estendere le concessioni. Anche nel caso in cui tale accordo esistesse, non potrebbe superare le normative stabilite dalla Corte di Giustizia dell’UE, che già ha dichiarato l’incompatibilità delle proroghe automatiche.
La notizia ha scatenato polemiche politiche, con l’opposizione che sottolinea l’assenza di una proroga automatica e mette in guardia i comuni riguardo alla gestione delle gare. Il deputato del Pd, Andrea Gnassi, ha esortato il Governo a emettere un decreto per gli indennizzi dei concessionari entro marzo 2025, avvertendo di un possibile caos. Anche esponenti del M5s hanno criticato il modo in cui il Governo ha gestito la questione. In attesa di ulteriori sviluppi, il 5 marzo si svolgerà a Roma un incontro per gli Stati generali del turismo balneare.