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venerdì, 18 Aprile, 2025
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“Prospettive e previsioni future”

L’ipotesi di riforma della medicina del territorio sta suscitando un intenso dibattito riguardo al ruolo dei medici di medicina generale e alla loro organizzazione. Un rapporto Fnomceo-Censis ha evidenziato l’importanza del medico di famiglia, considerato un baluardo in un contesto in crisi del Servizio sanitario. Il 88,9% dei cittadini valuta fondamentale il proprio medico, sia per ricevere sostegno che per avere un servizio prossimo a casa.

La riforma prevede che i medici di famiglia operino all’interno delle case di comunità con un regime di convenzione in ruolo unico a partire dal 1° gennaio 2025. I medici che avranno meno assistiti dovranno svolgere ore di servizio in queste strutture, ma già oggi in province come Bergamo, i medici sono sovraccarichi di pazienti. Si prefigura una cura che, sebbene organizzata, potrebbe risultare scarsamente applicabile in alcune regioni. La legge proposta mira a rafforzare questi elementi, dando maggior forza legislativa alla riforma.

C’è anche un movimento che sostiene la trasformazione dei medici di famiglia in dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, questa idea sembra impraticabile, rischiando di chiudere ambulatori periferici e interrompere l’importante rapporto fiduciario tra medici e pazienti. Le conseguenze di tale scelta potrebbero portare a una diminuzione della continuità assistenziale e un incremento delle spese per il sistema sanitario.

Inoltre, ci sono timori che l’eventuale privatizzazione possa aumentare, con pazienti costretti a rivisitare il sistema privato per ricevere assistenza, aggravando il problema delle liste d’attesa. Si richiede pertanto un’attenta riflessione su come spendere al meglio le risorse disponibili nella sanità per migliorare l’assistenza ai cittadini.

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