Dopo la firma da parte di Vladimir Putin di un decreto per il reclutamento di 160mila soldati, la polizia russa ha iniziato a rastrellare le palestre in cerca di reclute. Queste operazioni sono avvenute in diverse occasioni nelle ultime settimane in città come Mosca, San Pietroburgo, Irkutsk ed Ekaterinburg. A febbraio, prima dell’approvazione del decreto, agenti mascherati avevano già fatto irruzione in una palestra di arti marziali a Krasnodar.
Secondo quanto riportato da Current Time e dall’attivista per i diritti umani Valentina Chupik, gli agenti separano rapidamente i russi dai non russi. I russi vengono condotti agli uffici di reclutamento, mentre i non russi sono spesso accusati di reati minori, come vandalismo o violazioni delle leggi sull’immigrazione, e deportati se rifiutano il reclutamento. Il 30 marzo, una palestra della catena Spirit Fitness nella regione di Mosca è stata razziata, seguita da un’altra in pochi giorni. Mentre le donne sono state lasciate andare, gli uomini sono stati trattenuti e segregati in base a nazionalità ed etnia, con controlli di documenti focalizzati principalmente sull’età.
Testimonianze di frequentatori delle palestre descrivono situazioni di panico, con persone costrette a sdraiarsi a terra mentre gli agenti verificavano i documenti. Alcuni hanno raccontato di essere stati portati via, mentre altri hanno condiviso frustrazioni riguardo ai tentativi di reclutamento già avvenuti in precedenza. Anastasia, una donna che vive vicino Mosca, ha spiegato come suo marito fosse stato nuovamente costretto al reclutamento, sottolineando le difficoltà e le paure legate a questa situazione.