Domani, 22 febbraio, ricorre il quarto anniversario dell’uccisione di Luca Attanasio, ambasciatore d’Italia nella Repubblica Democratica del Congo, avvenuta a Goma nel Kivu del Nord. Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista congolese Mustapha Milambo furono uccisi in un attentato durante una missione per il World Food Programme (WFP) dell’ONU. Dagli sviluppi processuali successivi a questo tragico evento, cinque uomini congolesi sono stati condannati all’ergastolo in primo grado dal Tribunale militare di Kinshasa come esecutori materiali dell’omicidio. Nel frattempo, la Procura di Roma ha deciso di non procedere contro Rocco Leone e Mansour Rwagaza, rispettivamente direttore ad interim e responsabile della sicurezza del Programma alimentare mondiale per la RDC, accusati di gravi inadempienze nell’organizzazione della missione. I due avevano richiesto immunità diplomatica, che è stata riconosciuta.
La situazione è stata complicata dalla mancata costituzione dello Stato italiano come parte civile nel processo, ostacolando così il percorso per ottenere verità e giustizia per la memoria di Attanasio. Inoltre, la mancanza di collaborazioni tra organismi internazionali ha reso il processo meno trasparente. I tragici eventi che hanno portato alla morte del diplomatico si sono verificati nella medesima area ora teatro di un’insurrezione da parte dei ribelli filo-ruandesi dell’M23, che hanno preso il controllo di Goma. Luca Attanasio, originario di Limbiate, sarà commemorato domani nel Comune di Monza e Brianza.